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La chimica clinica, o biochimica clinica, è un ramo della biochimica di laboratorio che si occupa dello studio delle alterazioni biochimiche di natura patologica e dell'applicazione di tecniche analitiche chimico-strumentali ed immunochimiche per effettuare determinazioni diagnostiche o di routine sui liquidi biologici. Essa è di ausilio ai servizi di patologia clinica, specialità medica che si occupa di raccogliere e interpretare i dati analitici provenienti da diversi reparti specialistici di medicina di laboratorio con lo scopo di poter effettuare una diagnosi chiara e precisa. La biochimica clinica rappresenta anche un supporto alla tossicologia, nell'ambito di comuni determinazioni biochimiche.
Esistono metodiche di laboratorio particolarmente accurate per la determinazione di specifiche classi di parametri analitici. Quando diverse metodiche, che possono essere utilizzate in modo equivalente, in base alla dotazione di laboratorio, portano a risultati sensibilmente differenti in funzione della metodica utilizzata, è necessario indicare nel referto anche la tecnica utilizzata per effettuare la determinazione dello specifico parametro. Nei casi più comuni, la refertazione viene effettuata indicando il parametro oggetto della misura, il livello di precisione e l'unità di misura utilizzata. I valori ricavati vengono poi comparati con gli intervalli di valori ritenuti fisiologici; in seguito ad anamnesi, esame obiettivo ed eventuali altri controlli specialistici il medico potrà poi essere in grado di effettuare una diagnosi patologica.
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La medicina del lavoro è quella branca della medicina che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie causate dalle attività lavorative.
Qualora si scelga di convenzionarsi con una struttura pubblica, occorre tenere presente che medici assegnati a servizi che effettuino attività di vigilanza non possono ricoprire il ruolo di medico del lavoro o competente per la sicurezza e salute. Il Servizio Sanitario Nazionale si occupa di medicina del lavoro tramite L'ISPESL e le sue ASL, all'interno di ognuna delle quali trova posto il Dipartimento di Prevenzione, del quale fa parte, oltre ad altri servizi, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL). È appunto a questo servizio, la cui denominazione in sigla varia da regione a regione (ad esempio, in Veneto è denominato SPISAL, in altre regioni SPreSAL, ecc.) che il cittadino che ritenga di avere problemi di salute causati dalla sua attuale o passata attività lavorativa si può rivolgere in caso di necessità. Si tenga presente comunque che, per il lavoratore, l'interlocutore cui rivolgersi in prima battuta è il medico di Sicurezza e Salute aziendale.
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Il Pap test è un test di screening, la cui funzione principale è quella di individuare nella popolazione femminile donne a rischio di sviluppare un cancro del collo uterino. Inoltre il Pap test può dare utili indicazioni sull'equilibrio ormonale della donna e permettere il riconoscimento di infezioni batteriche, virali o micotiche.
Per l'esecuzione del Pap test viene prelevata una piccola quantità di cellule del collo dell'utero con la spatola di Ayre e un tampone cervicale. La spatola ha una forma complementare all'anatomia della cervice e una volta inserita è in grado di prelevare cellule dall'esocervice grazie a una rotazione di 360°; il tampone, invece, del tutto simile a quelli usati per la faringe, preleva esattamente le cellule dall'endocervice penetrando nell'orifizio uterino esterno. Nel Pap test convenzionale le cellule vengono quindi strisciate su un vetrino per l'esame di laboratorio. Nel Pap test in fase liquida una macchina provvede ad allestire un preparato a "strato sottile". Indipendentemente dal tipo di allestimento, le cellule vengono quindi colorate secondo il metodo di Papanicolau ed esaminate al microscopio da un citologo o patologo, che provvederà a stilare un referto.
Il referto, un tempo numerico, viene oggi comunicato con una sintetica descrizione dello stato delle cellule.
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L'ematologia è la branca della medicina interna che si occupa del sangue e degli organi che compongono il sistema emopoietico. L'ematologo studia le cause, la diagnosi, il trattamento, la prognosi e la prevenzione delle malattie del sangue e degli organi emopoietici.
Lo studio delle malattie del sangue è strettamente correlato allo studio di entità nosologiche maligne quali leucemie e linfomi. Il settore interdisciplinare che si occupa di tali condizioni cliniche è definito oncoematologia
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La genetica (ghénesis, «genesi, origine») è la branca della biologia che studia i geni, l'ereditarietà e la variabilità genetica negli organismi viventi.[1] Il campo di studio della genetica si focalizza dunque sulla comprensione dei meccanismi alla base di questi fenomeni, noti sin dall'antichità, assieme all'embriologia, ma non spiegati fino al XIX secolo, grazie ai lavori pionieristici di Gregor Mendel, considerato per questo il padre della genetica.
Egli infatti per primo, pur non sapendo dell'esistenza dei cromosomi e della meiosi, attribuì ai "caratteri" ereditati in modo indipendente dagli individui parentali, la proprietà di determinare il fenotipo dell'individuo. In una visione moderna, l'informazione genetica degli organismi è contenuta all'interno della struttura chimica delle molecole di DNA.
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La parassitologia è la disciplina biomedica che si occupa dello studio del ciclo biologico degli organismi parassiti dell'uomo e degli altri animali, con risvolti di notevole importanza in ambito sia medico, sia veterinario, soprattutto in relazione alla diagnostica delle malattie parassitarie (esame microscopico dei campioni biologici per la ricerca e la identificazione delle diverse forme vitali del parassita).
Queste condizioni morbose scaturiscono dal rapporto di Parassitismo tra l'organismo responsabile e l'Ospite.
La parassitologia si occupa convenzionalemente delle patologie causate dagli organismi eucarioti, mentre lo studio delle malattie causate dai procarioti (virus, micoplasmi, batteri e funghi) è demandato alla microbiologia.
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L'immunologia è una branca della biologia e della medicina che si occupa del sistema immunitario, studiando gli aspetti delle difese dell'ospite contro infezioni e le avverse conseguenze delle risposte immunitarie. L'immunologia si occupa quindi delle funzioni fisiologiche del sistema immunitario (e dei suoi componenti) sia durante una malattia che in condizioni di salute, così come delle malfunzioni del sistema immunitario stesso (malattie autoimmuni, ipersensibilità e trapianti).
L'immunologia è una scienza piuttosto recente, e la sua nascita viene fatta coincidere con Edward Jenner, il quale scoprì, nel 1796, che l'agente patogeno causa del vaiolo bovino poteva proteggere contro il vaiolo umano, una malattia spesso fatale, e inoculò quell'agente patogeno preso dalle pustole di pazienti affetti da vaiolo bovino direttamente in individui sani, proteggendoli quindi dall'infezione del più grave vaiolo umano.
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Per intolleranza alimentare si intende una reazione avversa ad un alimento [1]. È un fenomeno distinto dalle allergie alimentari, che consistono in una reazione immunitaria dell'organismo a uno specifico componente (di solito una proteina) contenuto in un alimento.
Le intolleranze alimentari sono oggetto di ampie controversie in medicina, sia per ciò che concerne i meccanismi sottesi sia per quanto riguarda la sintomatologia e la diagnosi
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